28 Maggio La Giornata del Gioco a Milano
“È nel giocare e soltanto mentre gioca che il bambino e anche l’adulto,
è in grado di essere creativo e di fare uso dell’intera personalità.
Ed è soltanto nell’essere creativo che l’individuo scopre il Sé”
D.W. Winnicott, Gioco e realtà, 1971
Quest’anno Milano dedica un’intera settimana alla celebrazione dei diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza e, per la prima volta, istituisce per il 28 maggio la Giornata del Gioco per i bambini e le bambine della città. Saranno diverse le iniziative volte a riflettere sui temi dell’ascolto e della partecipazione, centrando l’attenzione sull’articolo 31 della Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (ratificata dal Parlamento italiano il 27 maggio 1991) relativo al diritto al gioco. Perché giocare è così importante per i bambini?
Già Freud, nel 1920, osservando un suo nipotino di diciotto mesi impegnato in un’attività spontanea con un rocchetto, aveva rilevato come il bambino, giocando, metteva in atto esperienze psichiche dolorose e provava ad “aggiustarle”: il tentativo di trasformare, nella ripetizione, un'esperienza frustrante (come l'assenza della madre) in un'esperienza controllabile che gli permettesse di sopportare la separazione.
Per il bambino il gioco non è un semplice passatempo, ma il suo lavoro più importante: gli consente di crescere, di alimentare il pensiero simbolico, di imparare a padroneggiare il mondo esterno e a dominare e a mediare l’angoscia del proprio mondo interiore, mediante l’elaborazione dei conflitti e delle fantasie inconsce.
Noi psicoterapeuti dei bambini sappiamo quanto sia fondamentale il gioco nell’esperienza di ogni individuo e quanto sia una presenza preziosa nella stanza di terapia: un luogo “altro” in cui è possibile proiettare angosce e conflitti per metterli in scena e poter dare un nome a ciò che sta accadendo “dentro”. Il gioco diventa così, per il terapeuta, un territorio privilegiato per osservare le fantasie inconsce dei bambini e l'angoscia ad esse legata, un equivalente delle libere associazioni per gli adulti e, per tutti i bambini, uno strumento indispensabile per esplorare, metabolizzare e rappresentarsi la realtà. Un vero e proprio atto creativo, che consente all’individuo di appropriarsi del mondo, di trasformarlo a suo piacimento, di rafforzare la base sicura, di incoraggiare la scoperta, a vivere le relazioni con gli altri, a vivere l'empatia. Quello spazio potenziale, tra la madre e il bambino, tra il dentro e il fuori, tra se stessi e la realtà che da una parte offre un senso di sicurezza e aiuta nel controllo dell’angoscia, e dall’altra diventa il luogo in cui inizia a svilupparsi la creatività. Un’esperienza indispensabile nella vita di ciascun individuo da celebrare come diritto imprescindibile per ogni bambino.
Antonella Baldricchi
Freud S., (1920), Aldilà del principio di piacere, in Opere vol.9, Bollati Boringhieri, Torino, 2008.
Klein M. (1932), Psicoanalisi dei bambini, Martinelli, Firenze, 1988
Winnicott D.W. (1971), Gioco e realtà, Armando editore, Roma 2006
28/05/2022