Report della Lezione aperta del 2 febbraio 2019: Andare osservando un bambino con Romana Negri
Andare osservando un bambino
Report della Lezione aperta del 2 febbraio 2019 con Romana Negri
a cura di Silvia Rosati, studentessa M7, II anno
In una fresca e frizzante mattina di febbraio, abbiamo avuto la preziosa opportunità di ascoltare dalla dott.ssa Romana Negri alcuni interessanti e stimolanti racconti, pensieri, riflessioni e apprendimenti a partire dalla sua esperienza di Infant Obervation e dalle supervisioni a riguardo fatte con la dott.ssa Martha Harris. Colpisce e affascina molto pensare che questa esperienza della dott.ssa Negri, avvenuta qualche decennio fa, sia ancora molto viva e centrale dentro di lei.
Ecco alcuni spunti e stimoli che mi hanno sollecitato pensieri e sguardi e che mi sento di condividere.
Emerge in modo nitido la grande importanza delle emozioni nello sviluppo del bambino: l’emozione dà significato al pensiero e organizza tale significato. All’interno di un affascinante racconto molto dettagliato e ricco di emozioni e sollecitazioni profonde rispetto ad alcuni punti centrali nello sviluppo del neonato e del bambino, viene evidenziato come il formarsi della relazione col seno sia un’esperienza definita da M. Harris sbalorditiva e come il sonno disturbato di un bambino nelle prime settimane di vita possa essere lo specchio di uno stato di ordinaria non integrazione. Un altro esempio che mi ha molto colpito è relativo all’osservazione di un bambino prematuro in incubatrice, nella quale vengono raccontate, con un intreccio di parole ed emozioni, “le brusche scosse”: come aspetti che non hanno ancora significato. Il bambino acquisisce infatti significato nella relazione con la mamma. Ci sono state poi offerte varie riflessioni attorno al pianto del bambino. Il pianto può essere considerato come una sorta di evacuazione di una sofferenza, oppure può diventare anche ricerca di qualcosa, in relazione ad un caregiver, a risposte e a consolazione. All’interno di queste esperienze si sviluppa parallelamente la capacità dell’adulto di distinguere movimenti evacuatori da movimenti con significati diversi. Viene ricordato come è importante il bambino abbia esperienze buone come venir amato e nutrito, ma non tutto viene da questo; centrale risulta un buon equilibrio tra cure e frustrazioni. Un approfondimento viene fatto rispetto alla capacità di tollerare l’infelicità: se l’adulto risponde subito non lascia tempo e modo di svilupparla. È grazie ad un giusto bilanciamento di questa, infatti, che il bambino riesce a trovare dentro di sé le risorse.
Oltre ai notevoli contributi sull’osservazione del bambino e sullo sviluppo infantile, ci sono state offerte delle preziose riflessioni in ambito clinico. Come terapeuti possiamo provare ad offrire delle “interpretazioni abilitanti”, quelle che aiutano il paziente ad esprimere in modo chiaro quello che vive e che lasciano aperture verso altro; interventi che cercano di non saturare e non chiudere alla giusta interpretazione.
Un intreccio importante tra osservazione del neonato e lavoro clinico si può ritrovare nell’importanza di accettare una comprensione innanzitutto emotiva, aspetto collegato con il concetto di capacità negativa, intesa come l’abilità di stare nell’incertezza, nel dubbio, nell’attesa.
08/05/2020